Quando
si legge l'Inci di un cosmetico spesso ci si imbatte in un
ingrediente dal nome difficile ed altisonante, il Butirospermum
parkii, che è alla base di numerosissime creme viso, stick labbra,
creme corpo... ma cos'è esattamente?
Butirospermum
parkii non è altro che il nome scientifico del più famoso burro di
Karitè: ossia un lipide naturale estratto dai frutti di un albero,
conosciuto con diversi nomi, Butirospermum paradoxum o Vitellaria
paradoxa o Shea butter tree o Karitè, della famiglia delle
Sapotaceae ( per intenderci, la stessa dell'Argania spinosa, da cui
si ottiene il prezioso olio di Argan), originario dell' Africa
centrale ( cresce in ben 19 paesi compresi tra
il Sudan a Est e il Senegal e l'area del Gambia a Ovest).
Nelle
zone d'origine, il burro giallognolo o verdastro, dall'odore
pungente, estratto dal nocciolo del frutto del Karitè, viene usato
primariamente come alimento e solo secondariamente come cosmetico.
Nel mondo occidentale, invece, trova largo e quasi esclusivo impiego
nell'industria della bellezza.
Ma
perché questo burro è un ingrediente così importante da essere
usato su vasta scala nei cosmetici?
Il
burro di Karitè è costituito principalmente
- da trigliceridi ( = tre molecole di acidi grassi legati ad una di glicerolo)
- dalla frazione insaponificabile (= normalmente per fare il sapone si mettono in soluzione acquosa un grasso naturale e la soda caustica: la parte del grasso che non si trasforma in sapone è la frazione insaponificabile).
Proprio
la frazione insaponificabile, che nel burro di karitè è presente in
percentuali che vanno dal 2% al 17% , è interessantissima dal punto di
vista dermatologico e di conseguenza cosmetico: infatti viene usata
in emulsioni emollienti, seborestitutive, nei solari, nei prodotti di
trattamento delle pelli secche ed infantili, nei rassodanti, negli
antiage e negli antirughe.
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