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sabato 25 agosto 2012

Burro di Karitè: una presenza amica


Quando si legge l'Inci di un cosmetico spesso ci si imbatte in un ingrediente dal nome difficile ed altisonante, il Butirospermum parkii, che è alla base di numerosissime creme viso, stick labbra, creme corpo... ma cos'è esattamente?

Butirospermum parkii non è altro che il nome scientifico del più famoso burro di Karitè: ossia un lipide naturale estratto dai frutti di un albero, conosciuto con diversi nomi, Butirospermum paradoxum o Vitellaria paradoxa o Shea butter tree o Karitè, della famiglia delle Sapotaceae ( per intenderci, la stessa dell'Argania spinosa, da cui si ottiene il prezioso olio di Argan), originario dell' Africa centrale ( cresce in ben 19 paesi compresi tra il Sudan a Est e il Senegal e l'area del Gambia a Ovest).



Nelle zone d'origine, il burro giallognolo o verdastro, dall'odore pungente, estratto dal nocciolo del frutto del Karitè, viene usato primariamente come alimento e solo secondariamente come cosmetico. Nel mondo occidentale, invece, trova largo e quasi esclusivo impiego nell'industria della bellezza.


Ma perché questo burro è un ingrediente così importante da essere usato su vasta scala nei cosmetici?
Il burro di Karitè è costituito principalmente
  1. da trigliceridi ( = tre molecole di acidi grassi legati ad una di glicerolo)
  2. dalla frazione insaponificabile (= normalmente per fare il sapone si mettono in soluzione acquosa un grasso naturale e la soda caustica: la parte del grasso che non si trasforma in sapone è la frazione insaponificabile).
Proprio la frazione insaponificabile, che nel burro di karitè è presente in percentuali che vanno dal 2% al 17% , è interessantissima dal punto di vista dermatologico e di conseguenza cosmetico: infatti viene usata in emulsioni emollienti, seborestitutive, nei solari, nei prodotti di trattamento delle pelli secche ed infantili, nei rassodanti, negli antiage e negli antirughe.

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